Di Gloria Sahbani
Estiva
Distesa estate,
stagione dei densi climi
dei grandi mattini
dell’albe senza rumore
ci si risveglia come in un acquario
dei giorni identici, astrali,
stagione la meno dolente
d’oscuramento e di crisi,
felicità degli spazi,
nessuna promessa terrena
può dare pace al mio cuore
quanto la certezza di sole
che dal tuo cielo trabocca,
stagione estrema, che cadi
prostrata in riposi enormi,
dai oro ai più vasti sogni,
stagione che porti luce
a distendere il tempo
di là dai confini del giorno,
e sembri mettere a volte
nell’ordine che procede
qualche cadenza dell’indugio eterno.
La stagione dei colori caldi e della luce, delle giornate lunghe e delle uscite infinite si è già svegliata.
Dopo una primavera anomala e un periodo di difficili realizzazioni, questa estate è una ripartenza. Una rinascita per la gioventù sacrificata e per l’infanzia custodita tra le mura, per le età avanzate che stanno combattendo la prima guerra epidemiologica mondiale della storia, per gli adulti che riaprono i cassetti della loro vita sociale, per i nati che hanno dato speranza.
L’estate era la stagione che attendevamo, nella quale sognare i nostri tuffi in mari e desideri da realizzare. Eccola la somma estate, con la sua aria carezzevole e la felicità trapunta nei caldi raggi solari, che si scaraventano contro le gote rosse e contro i granelli di sabbia roventi.
L’estate può tutto e in quel tutto è racchiuso il nostro ricominciare.
Era il 1915 quando lo scrittore Vincenzo Cardarelli omaggiava l’estate con le sue parole poetiche. Erano gli anni del primo conflitto mondiale, anni in cui forse per la prima volta in assoluto, il mondo intero risentiva di uno scuotimento senza precedenti.
Un secolo e alcuni anni dopo la poesia Estiva, è come se nulla fosse cambiato. Siamo nuovamente armati e muniti di armature moderne, in una trincea immaginaria e con un timore costante nel cuore, a fronteggiare un nemico. Questa volta, un nemico immaginario, imprendibile, inspiegabile.
Ma ci siamo ancora e anche quest’anno rovinoso ci sta regalando un dono immenso: L’ESTATE.
E abbiamo deciso di servirci della penna illustre di un poeta vissuto decenni fa per spiegare quanto valore abbia l’estate per l’uomo. Parole già passate non sono parole dimenticate. Come sempre, teniamo a mente che la parola è eterna.
Ebbene, la poesia Estiva parlava dell’estate del 1915 ma parla anche di noi.
Distesa estate,
stagione dei densi climi
dei grandi mattini
dell’albe senza rumore
Vv. 1-4. Il caldo e la luminosità di questi nostri giorni ci rendono briosi. Svegliarsi sapendo di svegliare il sole ci rende da subito energici e positivi. Ma come scrive Cardarelli, il risveglio del giorno non disturba mai, non emette suoni. Semmai inonda il cuore di fede e permette di cominciare con un sorriso, ma lo fa con un sospiro… le parole più intense si destreggiano solo tra sussulti.
ci si risveglia come in un acquario
dei giorni identici, astrali,
Vv. 5-6. Non siamo forse noi esseri umani i pesci che sono stati intrappolati in una vita che non ci appartiene? Noi che per mesi siamo stati rinchiusi nelle nostre tane e lontani dai visi amici e amati? L’estate è il nostro tempo per sguillare fuori dalla nostra palla di vetro e per vedere l’immenso che c’è fuori.
stagione la meno dolente
d’oscuramento e di crisi,
felicità degli spazi,
nessuna promessa terrena
può dare pace al mio cuore
quanto la certezza di sole
che dal tuo cielo trabocca,
Vv. 7-13. Anche per noi superstiti di questa battaglia contemporanea contro il Covid-19, l’estate sembra la stagione meno dolente, in cui le crisi di relazioni e di aspirazioni sembrano affievolirsi sotto la forza possente della socialità e del desiderio. Gli spazi sono di nuovo nostri, ora che possiamo impossessarci nuovamente della natura e dirigerci a passo cauto verso ogni angolo di Terra. E si, questo procura felicità, poiché le nostre catene sono così spezzate e noi siamo liberi di girare, scoprire, viaggiare. Ed è vero, che viaggiare è l’unica cosa che compri e che ti rende più ricco.
stagione estrema, che cadi
prostrata in riposi enormi,
dai oro ai più vasti sogni,
Vv. 14-17. Il ricorrere del sole come simbolo di luce, di rinascita, di speranza e di gioia non è casuale se associato all’estate. Essa è per antonomasia il periodo dell’anno più adatto alla spensieratezza e al rilassamento. Molti si rifugiano nelle vacanze, lontano da casa, ma non soltanto chi parte giova dell’estate. Anche coloro che sanno godere del loro ambiente e ne fanno una meta di scoperta e godimento, diventano veri vacanzieri. E nella scoperta, si realizzano i grandi sogni che tessiamo durante il freddo inverno e che usiamo, in estate, per vestire i nostri corpi pronti.
stagione che porti luce
a distendere il tempo
di là dai confini del giorno,
e sembri mettere a volte
nell’ordine che procede
qualche cadenza dell’indugio eterno.
Vv. 18-23. L’estate sembra manifestarsi anche e soprattutto nella notte, quando la luna illumina gli innamorati e i gruppi di ragazzi estasiati con la stessa intensità del sole durante il giorno. È come se non ci fosse alcun margine tra il giorno e la notte, come se d’estate non valessero le regole dell’Universo. Il moto di rivoluzione che la Terra compie intorno al sole e che determina l’alternarsi delle stagioni, in una poetica riflessione avulsa dallo spazio-tempo, è come se non avesse potere sull’estate. Anche il moto di rotazione che la Terra compie intorno al proprio asse e che determina l’alternarsi del giorno e della notte, durante l’estate non ha potere. In una nostra riflessione ideale, possiamo pensare l’estate come un insieme di lunghi momenti, vivibili e godibili a tutte le ore in base all’emozione che ricerchiamo.
Vincenzo Cardarelli ci ha aiutato a descrivere un’estate del 2021 così come fu un’estate del 1915, e ci ha insegnato il senso del tempo. Che poi i tempi sono sempre diversi ma in fondo non poi così distanti tra loro.
Aperte le porte alla stagione Estiva, che poi è quella giusta per realizzare ogni cosa, possiamo dedicarci ad aprire le porte alla stagione dell’Anima, che poi è quella giusta per imparare a vivere e a godere gli istanti di questo percorso chiamato Vita.