2020: Top 5 libri su femminismi e politiche di genere

Prima di salutare quest’anno, che sicuramente rimarrà indelebile nella nostra memoria, ho stilato una classifica dei 5 libri sul femminismo che ho preferito. Scoprili qui!

Photo by cottonbro on Pexels.com

di Maria Laura Riccardi

Duemilaventi: un anno che sicuramente non dimenticheremo. Ma anche un anno di prova in cui ognuno di noi, avendo più tempo per sé, è cresciuto un po’.

Sono appassionata di storie dei femminismi e politiche di genere, infatti, durante la specialistica all’università di Bologna, ho studiato nella facoltà di Italianistica. Il corso che ho frequentato si chiama Italian studies e mi sono laureata con una tesi in Italian political thought che, tradotto, è Filosofia politica. Il titolo del mio lavoro finale è stato WOMAN AS SUBJECT: SELF-CONSCIOUSNESS, REVOLT AND INTROSPECTION IN CARLA LONZI’S WORK.

La donna come soggetto attraverso la pratica dell’autocoscienza, rivolta e introspezione nel lavoro di Carla Lonzi. (Se vuoi saperne di più ti rimando all’articolo Come il pensiero politico di Carla Lonzi ha rivoluzionato il femminismo italiano)

Ci sono due modi per capire veramente un fenomeno come il femminismo: viverlo sulla propria pelle e apprenderlo attraverso l’esperienza e lo studio di altre donne.

Durante quest’anno ho lavorato per presentare un progetto di dottorato all’Università di Birmingham basato sui Gender studies: gli studi di genere che purtroppo, qui in Italia, sono ancora semi-sconosciuti. Esiste, però, un corso annuale dell’Università Roma Tre chiamato Master in studi e politiche di genere, del quale io ho seguito come uditrice il primo modulo Lineamenti teorico-politici di femminismi, genere, differenza. Super interessante.

Un programma di studio stimolante, portato avanti da giovani professioniste, sulla storia degli studi di genere e sulle autrici che ne sono state protagoniste. Davvero una bella realtà!

Nel titolo ho scritto femminismi e non femminismo per un motivo ben preciso: non esiste un solo tipo di femminismo. Ogni donna è libera di incarnare il concetto che le sembra più appropriato alla propria personalità e al proprio stile di vita.

Sono tutte facce della stessa medaglia.

Io mi sento rappresentata da tutto ciò che voglia combattere le discriminazioni delle categorie considerate più deboli, e non per definizione, ma per evidenti abusi e soprusi più che attuali nel mondo che viviamo.

Io mi sento una donna che vorrebbe l’uguaglianza non di genere, ma di opportunità.

Parlare, quindi, di ecofemminismo o di femminismo intersezionale, significa prendere una posizione etica e politica contro ogni sfruttamento dell’ambiente e contro ogni discriminazione razziale, di matrice culturale ed economica.

Sì perché, in realtà, il femminismo in sé dovrebbe già contenere ogni forma di inclusione: per le donne, per gli esseri viventi e per l’ambiente, cioè per tutto ciò che è subordinato all’uomo.

Il femminismo lotta perché anche le donne possano avere migliori condizioni di vita (che gli uomini hanno già garantite dalla nascita per il semplice fatto di essere uomini, nella maggior parte dei casi).

Si può parlare di uguaglianza?
No, perché la donna è diversa dall’uomo.

Inizialmente voleva emanciparsi ed essere uguale ad esso perché veniva da secoli di repressione in cui veniva schiavizzata ed umiliata, privata delle sue funzioni personali, relegata al ruolo domestico. Considerata sia fisicamente che mentalmente inferiore.

Condizione ancora attuale in molti paesi del mondo e pensiero intrinseco alla mentalità di alcune popolazioni.


Non si può parlare di uguaglianza per ovvi motivi biologici. Ma si parla di cambiamento culturale che provi ad arginare la violenza di genere (che può essere di tanti tipi), e la discriminazione che regna tutt’oggi nella maggior parte degli ambiti, nonostante si siano fatti enormi passi in avanti.

Erroneamente a come molti pensano, il femminismo non è un movimento estremo e non è contro gli uomini, come ho scritto poc’anzi. Anzi, è un movimento necessario per la libertà di tutt* proprio perché prende coscienza della realtà in cui viviamo e cerca di migliorarla.

I pregiudizi, gli stereotipi di genere, fanno male sia agli uomini che alle donne.

Anche gli uomini (in senso biologico) devono ancora combattere contro un’idea di machismo sopravvalutata ed irraggiungibile, che porta conseguenze negative nello sviluppo della loro personalità, limitandoli ad un modello da seguire.

Le politiche di genere nascono in questo contesto.

Tra i libri che ho letto quest’anno, ho fatto una classifica dei 5 secondo me più utili per studiare il femminismo e la sua evoluzione (esclusi quelli che ho già citato negli articoli precedenti).

Eccoli qui.

5) INTRODUZIONE AI FEMMINISMI, AA.VV., A CURA DI ANNA CURCIO, DERIVEAPPRODI, 2019.

Edito dalla DeriveApprodi, casa editrice che ogni anno pubblica libri di grande attualità, è un excursus femminista lungo una direttrice storica che arriva fino all’oggi. Affronta temi come il nesso tra capitalismo e patriarcato, il nodo del potere, il rapporto tra razza e genere, i temi del lavoro, della sessualità e dei diritti. Insomma, in pochi capitoli (scritti da autrici diverse) riesce a dare un’idea generale del femminismo nelle sue sfaccettature.

Consigliatissimo a chi si approccia per la prima volta allo studio dei femminismi e vorrebbe saperne di più, ma anche a chi ha già una buona conoscenza e vorrebbe chiarirsi le idee. Voto: 8.

4) LA NATURA DELL’ECONOMIA: FEMMINISMO, ECONOMIA POLITICA, ECOLOGIA. A CURA DI FEDERICA GIARDINI, SARA PIERALLINI, FEDERICA TOMASELLO,DERIVEAPPRODI, 2020.

Anche questo edito da DeriveApprodi, scritto da giovani accademiche che coordinano corsi di studio sulle politiche di genere in Italia e all’estero, è un testo tecnico che si concentra sull’economia politica e sull’ecologia femminista. Importante è la tematica del lavoro femminile, spesso volontario e poco valorizzato, dell’essere ecodipendenti ed interdipendenti, e la critica al patriarcato e al capitalismo che vorrebbero occultare ogni lavoro necessario allo svolgimento di una vita umana degna.

Un valido volume per chi vuole approfondire tematiche tanto importanti dalla prospettiva di chi studia ed insegna storia sulle politiche di genere. Voto: 7,5.

3) UN FEMMINISMO DECOLONIALE, FRANCOISE VERGES. OMBRE CORTE, 2020.

Anche questo testo è uscito nel 2020, anno in cui le lotte antirazziste sono ritornate a far parte delle cronache quotidiane, a cause delle rivolte scatenate negli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd. L’autrice mette in luce come le vittorie nel campo della cancellazione della disparità uomo-donna abbiano ignorato, in certi contesti, le esperienze di dominazione che esistono tra le donne stesse: bianche e nere, ricche e povere, istruite e non. Il femminismo intersezionale dovrebbe riconoscere il valore invisibile del lavoro delle donne nere, in un’Europa dove si continua a negare il carattere imperialistico che ha costruito la nostra civiltà sullo sfruttamento del terzo mondo e sulla colonizzazione ancora in atto.

Il femminismo decoloniale lotta per un diritto all’esistenza contro tutte le forme di oppressione, dove giustizia per le donne significa giustizia per tutti.

Consigliato a tutt*. Voto: 9.

2) GENERE E CAPITALE, PER UNA LETTURA FEMMINISTA DI MARX. SILVIA FEDERICI, DERIVEAPPRODI, 2020.

In questo libro sono raccolti alcuni dei saggi più importanti di Silvia Federici, nota mente nel campo dello studio della filosofia politica, in quarant’anni di riflessione politica e militanza femminista. Il linguaggio è tecnico e si propone di elaborare strumenti politici e concettuali capaci di raccogliere le sfide del presente attraverso un’analisi marxiana e una critica femminista. Affronta questioni da sempre spinose ed irrisolte, come il non riconoscimento del lavoro domestico, e di come esso sia uno dei pilastri della produzione capitalistica, ed analizza l‘articolazione di una visione femminista anticapitalista che fatica ad imporsi, nonostante la crescita di tale esigenza.

Consigliato a chi ha già buone conoscenze pregresse e vuole inserirvi questa pietra miliare. Voto: 8,5.

1) PRIMERA TORMENTA, NON UNA DI MENO, NON UNA MORTA IN PIù. SUSANA CHAVEZ, A CURA DI CHIARA CRETELLA, GWYNPLAINE EDIZIONI, 2020.

Ho voluto mettere questo libro al primo posto poiché mi è particolarmente caro. Per la prima volta in Italia sono state pubblicate le poesie di Susana Chàvez, autrice della frase da cui è stato tratto lo slogan Non una di meno che ha unito le donne di tutto il mondo per porre fine alla strage del femminicidio. Susana fu uccisa e mutilata nel 2011 all’età di 36 anni in Messico, paese che vanta il triste primato della violenza sulle donne. Era un’attivista e stava lavorando ad una raccolta di poesie e al suo blog Primera tormenta. In questi testi la poesia ha funzione militante e ne mostra la straordinaria attualità.

Sangue mio,
di alba,
di luna tagliata a metà
del silenzio.
della roccia morta,
di donna in un letto,
che salta nel vuoto,
Aperta alla pazzia.
Sangue chiaro e nitido,
fertile e seme,
Sangue che si muove incomprensibile,
Sangue liberazione di se stesso,
Sangue fiume dei miei canti,
Mare dei miei abissi.
Sangue istante nel quale nasco sofferente,
Nutrita dalla mia ultima presenza.

Consigliatissimo a tutt*, specialmente a chi ama la poesia. Voto: 10.

Questi libri sono una prova di quanto la letteratura sia un atto sovversivo e di quanto la parola, la scrittura e la testimonianza siano veicoli fondamentali di attivismo culturale.

Buona lettura!

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