di Maria Laura Riccardi
Questa settimana voglio parlarvi di uno dei miei scrittori americani preferiti del XX secolo: Raymond Carver.
Questo autore ha avuto, infatti, una storia davvero particolare. Insieme alla sua famiglia si trasferì varie volte, all’interno degli Stati Uniti, per cercare condizioni di vita migliori. Suo padre aveva problemi con l’alcol (che purtroppo lui ereditò) e divenne, a sua volta, genitore da giovanissimo, sposando la sua prima ragazza.
La particolarità più evidente della sua storia è che raggiunse la notorietà come scrittore già quando era in là con gli anni e, nel frattempo, si dedicò ai lavori più umili per mantenere la famiglia, ad esempio lavorando in una segheria o lavando i pavimenti.
Il tempo lo consacrò poi come uno dei maggiori autori della storia americana per tecnica e stile e ancora oggi vengono svolte master class sulla sua scrittura così innovativa.
Fu un poeta e uno scrittore di racconti. Anche se è maggiormente conosciuto in questa sua seconda veste (magari poi farò un articolo specifico sulla sua narrativa), lui si considerava principalmente un poeta poiché, attraverso le sue poesie, lasciava fluire il suo flusso spirituale.
Oggi ne ho scelte due tratte dalla raccolta Orientarsi con le stelle, un gioiellino, in cui sono state ripubblicate tutte le sue poesie nell’ultima forma scelte dall’autore.
Vi consiglio di leggere anche il racconto CATTEDRALE, che è veramente un capolavoro.
Ringrazio la pittrice M. Raffaella Matranga per questa bellissima illustrazione.
Trovate il link del libro alla fine.
Buona poesia!
La poesia che non ho scritto
Ecco la poesia che volevo scrivere
prima, ma non l’ho scritta
perché ti ho sentita muoverti.
Stavo ripensando
a quella prima mattina a Zurigo.
Quando ci siamo svegliati prima dell’alba.
Per un attimo disorientati. Ma poi siamo
usciti sul balcone che dominava
il fiume e la città vecchia.
E siamo rimasti lì senza parlare.
Nudi. A osservare il cielo schiarirsi.
Così felici ed emozionati. Come se
fossimo stati messi lì
proprio in quel momento.
Il momento più bello della giornata
Fresche sere d’estate.
Le finestre aperte.
Le luci accese.
La fruttiera colma.
E il tuo capo sulla mia spalla.
Questi sono i momenti più felici della giornata.
Insieme alle prime ore del mattino,
naturalmente. E quegli attimi
subito prima di pranzo.
E il pomeriggio e
le prime ore della sera.
Ma davvero adoro
queste serate estive.
Ancor più, mi sa,
di quegli altri momenti.
Il lavoro quotidiano finito.
E nessuno più che ci disturbi, adesso.
Né mai.