Car* amic* di Molliche di pagine, finalmente sono tornata a scrivere.
Riprendere i ritmi lavorativi, dopo le vacanze estive, non è stato facile e sento gli strascichi della stanchezza che spesso mi impediscono di leggere tutto ciò che ho in mente. Sono felice di ritrovarvi in queste righe e spero che quest’autunno sia partito col vento in poppa anche per voi.
Nonostante siamo ad ottobre inoltrato, voglio consigliarvi due libri da tenere a mente ogniqualvolta vogliate immergervi nelle pagine cristalline del Salento, quando la routine quotidiana diventa una parentesi da cui evadere per un po’.
Sto parlando di Pizzica Amara e de La regola di Santa Croce, della scrittrice barese Gabriella Genisi.
Ho letto questi libri durante l’estate e ho incontrato Gabriella durante il mese di settembre ad un evento letterario a Termoli, incantevole città di mare in cui vado spesso.

Gabriella Genisi è conosciuta per le celebri indagini di Lolita Lobosco, protagonista di un’ appassionante saga tutta al femminile, recentemente trasformate in una fiction trasmessa su Rai Uno e che ha fatto registrare un record di ascolti.
La sua nuova detective al femminile è una marescialla dei carabinieri nata nella prima metà degli anni novanta, dal carattere fumantino e dai lunghi capelli neri: il suo nome è Chicca Lopez e sono sicura che si farà conoscere ad un pubblico letterario sempre più vasto.
Mentre le indagini di Lolita si svolgono a Bari, Chicca si muove nell’incantevole cornice salentina.
Entrambi questi volumi (Pizzica amara e La regola di Santa Croce) hanno al centro della storia le indagini svolte proprio da Chicca, giovane donna dal passato difficile. Abbandonata dai genitori in tenera età, scopre poi di essere omosessuale, e si confronta con una realtà che vede le donne in caserma ancora come un qualcosa di anomalo e pregiudizievole.
In Pizzica amara, alcune sparizioni misteriose portano alla scoperta di un giro di riti massonici, in cui il potere e l’avidità si mescolano con la macarìa, la taranta e le tradizioni oscure del Salento, mentre ne La regola di Santa Croce riscopriamo il barocco leccese come indizio di un omicidio irrisolto.
Chicca è uno spirito libero, va in giro con la sua moto per le coste selvagge della Puglia, sfida i suoi superiori per non tradire il proprio intuito, eppure soffre di una profonda solitudine, di questa mancanza di legami affettivi. La perdita dei suoi genitori è un qualcosa che non ha mai metabolizzato (argomento poi approfondito nel secondo libro è proprio il tema della maternità) e la sua unica relazione seria con una donna si è trasformata in un incubo di possessione, pretesa e monotonia.
Con questo background, Chicca risolve misteri addentando pasticciotti, visitando porti meravigliosi, parlando in dialetto salentino (Sciamu è una parola iconica) e vivendo tante situazioni al limite della normalità, in una terra ricca di segreti e contraddizioni.
Mi piace molto che, come in tutti i romanzi memorabili, l’ambiente diventi un vero e proprio personaggio all’interno della storia, in una terra come il Salento, rivalutata negli ultimi decenni da un aggressivo turismo di massa, ma ancora legata a tradizioni secolari e primitive in cui, arrivato l’inverno e spenti i riflettori, si ricopre di una coltre di problematiche economiche e sociali non indifferenti.
Gabriella Genisi è una scrittrice ed una donna che sa il fatto suo, così come le sue protagoniste, eppure non si è montata la testa.
Casalinga, figlia, moglie, madre e nonna, riscopre la passione della scrittura dopo la morte del padre, 15 anni fa, e da allora non si è più fermata.
La sua Lolita ama la buona cucina, così come Chicca è amante di cocktail particolari. Alla fine del libro La regola di Santa Croce, Gabriella pubblica proprio la ricetta di uno di questi: “il mare in un bicchiere”.
È bello vedere come la scrittura femminile contemporanea, soprattutto italiana, si stia riempiendo di donne dalla vita normale, che si lasciano poi andare al richiamo di una passione, realizzando la loro vocazione, che magari avevano messo da parte per dare spazio alla famiglia e al lavoro.
Questo nuovo filone, dedicato a Chicca Lopez, è intriso di mistero, carica emotiva e realismo nella descrizione di luoghi e fenomeni, quelli del Salento, perlopiù sconosciuti ai lettori.
Ne La regola di Santa Croce, oltre a riprendere una tradizione artistica, ci sono anche riferimenti letterari ad autori locali, come nei titoli dei capitoli, e in particolare quello dedicato al poeta salentino Salvatore Toma.
Essendo anche io pugliese, non posso far altro che dire che Gabriella ha portato nuova luce ad una regione meravigliosa, in cui c’è molto di più che il mare cristallino e il turismo estivo.
La Puglia è una terra ancora legata all’agricoltura, alla produzione di olio e vino, in cui però i giovani faticano a restare a causa della mancanza di lavoro.
Chiunque ci sia nato, non può che sentire nostalgia per le proprie radici.

I libri di Gabriella Genisi sono un modo per vivere la Puglia con il cuore, ovunque vi si trovi.
E per sentire il mare in un bicchiere.
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