AGENDA 2030: a che punto siamo e perché è importante parlare di sviluppo sostenibile.

di Maria Laura Riccardi

L’attuazione dell’Agenda 2030 richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura. Nonostante l’importanza globale delle tematiche, però, molti giovani adulti ancora non sanno cosa sia.

Mentre oggi le giovani generazioni vengono formate direttamente a scuola, in modo tale da essere pienamente consapevoli delle problematiche future che le attenderanno, noi nati negli anni ’90 e, in generale, le fasce più adulte spesso ignoriamo i provvedimenti politici più stretti legati all’ambiente e allo sviluppo sostenibile.

Ecco qui un breve riepilogo.

https://www.agenziacoesione.gov.it/comunicazione/agenda-2030-per-lo-sviluppo-sostenibile/
  • COS’È

L’Agenda 2030 è un piano strategico dell’ONU, un accordo siglato da 193 stati nel 2015, che prevede il raggiungimento di 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals in inglese), ciascuno rappresentato da un’icona facilmente riconoscibile, e di 169 sotto-obiettivi, entro il 2030.

  • PERCHÉ

Il progresso umano (scientifico, medico, tecnologico, comunicativo, ecc.) compiuto negli ultimi secoli e, nel dettaglio, a partire dal 1900 ha portato ad una situazione di sviluppo insostenibile, ovvero intollerabile, da molti punti di vista. Consumare risorse (limitate), inquinare gli ambienti, distruggere gli habitat e ridurre le biodiversità, creando disparità ed esclusione tra le persone e provocando conflitti, rende più che mai necessario il bisogno di un drastico cambiamento, di una crescita che si muova in tutt’altra direzione.

  • COSA SI INTENDE PER SVILUPPO SOSTENIBILE

Significa garantire un modello di crescita che porti l’economia, la società e l’ambiente a crescere di pari passo: ad un benessere economico con meno disparità, a ridurre i rifiuti, a proteggere il clima e l’ambiente e a rispettare gli esseri umani, con risorse che hanno modo di rinnovarsi naturalmente.

  • QUALI SONO GLI OBIETTIVI

Mettere fine alla povertà e alla fame, combattere le disuguaglianze all’interno e tra le nazioni, proteggere i diritti umani, la parità di genere e l’empowerment, la protezione del pianeta e delle risorse naturali. Trasformare il mondo come lo conosciamo oggi.

  • AREE DI INTERVENTO

Persone, Prosperità, Pace, Partnership, Pianeta.

  • SVILUPPO SU TRE DIMENSIONI, GLOBALE ED INCLUSIVO

Economia, Società e Ambiente sono interconnessi. Gli obiettivi sono globali ed inclusivi.

Sarebbe bello se tutto ciò si realizzasse, non è vero?

Per finire… come si stanno muovendo gli Stati Europei ? L’Italia è vicina al raggiungimento dei suoi obiettivi? E noi, nella nostra quotidianità, cosa possiamo fare?

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L’Unione Europea ha deciso di integrare i 17 obiettivi nelle scelte strategiche e nelle priorità dell’UE attraverso iniziative ed accordi con i diversi Stati. Ad esempio nel Quadro per il clima e l’energia 2030 si è impegnata a ridurre le emissioni dei gas serra del 40%.

Molto importante: ha avviato campagne di sensibilizzazione per cambiare l’approccio culturale delle nuove generazioni, per rendere il mondo più sostenibile anche oltre il 2030.

I paesi più vicini al raggiungimento degli obiettivi sono Svezia, Danimarca, Finlandia, Germania, Francia, Austria e Paesi Bassi.

Al momento, l’Italia ha raggiunto 12 dei 169 target previsti dall’Agenda.

E noi, che responsabilità abbiamo nel nostro piccolo? Un gesto può davvero fare la differenza?

La risposta è sì. Il cambiamento del nostro stile di vita può davvero contribuire in modo concreto al miglioramento della nostra società e del nostro pianeta.

Viviamo in un mondo sovrappopolato, in cui le risorse non sono distribuite equamente. Ottocento milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà, 1,4 miliardi non hanno energia elettrica, il 50% delle persone non ha un’educazione secondaria e lo 0,5 della popolazione detiene il 90% della ricchezza globale.

Per non parlare dell’impatto ambientale: metà della produzione agricola viene sprecata (e, con essa, l’enorme numero di risorse utilizzate), 700 milione di persone non usufruiscono di acqua pulita, l’8% delle specie animali sono scomparse e il 22% è a rischio. L’80% delle acque di scarto non vengono ripulite e la desertificazione procede ad un ritmo di 12 milioni di ettari all’anno.

Stiamo distruggendo habitat e biodiversità necessari alla nostra sopravvivenza.

L’ambiente viene continuamente sovrasfruttato, non avendo tempo di rigenerarsi, e lasciato all’incuria e alla cattiva gestione dei principali sistemi capitalistici.

La gestione dei rifiuti rimane un problema gravissimo. Il riciclo, quando viene fatto bene, solo in parte sopperisce a questa problematica.

L’innalzamento delle temperature è l’emergenza più grande che noi (e i nostri figli e nipoti) dovremo affrontare nei prossimi anni. Un pianeta più caldo renderà più difficile vivere in alcuni Stati, compresi quelli dell’area mediterranea, diminuirà la produzione agricola, aumenterà la siccità e lo scioglimento dei ghiacci porterà all’innalzamento del livello del mare, spazzando via alcune terre emerse.

Purtroppo queste non sono supposizioni, ma probabilità di ciò che accadrà in futuro.

Il gesto più responsabile che ognuno di noi può compiere è informarsi, interessarsi, mettere in pratica e diffondere un modello positivo e sostenibile per se stess* e per gli altri.

Iniziamo a consumare di meno e non sprecare. Meno acquisti, meno rifiuti. Meno derivati animali, meno consumo di acqua e deforestazione. Meno uso dell’auto, meno anidride carbonica. Come si dice in inglese, less is more.